Mosca o
“musca domestica”

La mosca domestica (Musca Domestica, insetto dell’ordine dei Ditteri, appartenente alla famiglia dei Muscidi.) è la mosca più comune ed è presente ovunque vive l’uomo. Si ipotizza essersi evoluta nell’Era cenozoica, circa 65 milioni di anni fa, nella regione paleartica in particolare nel Medio Oriente.

È quella più conosciuta perché la vediamo tutti i giorni, quando entra in casa o per la strada, di solito vicino ai rifiuti. Ha il torace grigio con bande più scure. Per nutrirsi, si appoggia sugli alimenti e grazie all’apparato boccale si nutre di cibo, sia liquido che solido, che diluisce con la sua stessa saliva. Proprio perché le mosche sono insetti dotate di ali, sono anche molto veloci. Esse si posano su qualsiasi sostanza alimentare, soprattutto quelle in decomposizione, ma anche sugli escrementi, cosa che le rende molto pericolose. Infatti depositano le uova su tutte le sostanze in decomposizione con cui vengono a contatto e riescono a svilupparsi molto velocemente, diventando in breve tempo adulte e diventando vettori di malattie patogene molto gravi. Hanno un olfatto molto sviluppato e riescono a sentire l’odore della carne a centinaia di metri di distanza, è anche per questo che infestano non solo le case, ma anche le macellerie, le pescherie, le aziende agricole e gli allevamenti di animali. E’ proprio nelle aziende zootecniche che la presenza di molti animali crea le condizioni favorevoli per lo sviluppo della mosca domestica, che depone le sue uova sugli escrementi degli animali.

Zanzara o
"Culicidae"

Sono una famiglia di insetti dell’ordine dei Ditteri. Sono insetti molto diffusi, che depongono le loro uova in acqua e le cui larve, proprio in acqua si sviluppano. E’ importante sottolineare che sono solo le femmine che necessitano di sangue di animali a sangue caldo, in quanto questa sostanza è necessaria allo sviluppo delle uova. è di aspetto e dimensioni piuttosto minute e colorazione di fondo sul marroncino. L’addome è tronco, e ciascun segmento è attraversato da due bande trasversali: bruna quella distale, beige quella prossimale. Di questa specie esistono due forme biologiche: una rurale e ornitofila e una antropofila, particolarmente adattata agli ambienti urbani, che rappresenta un’evoluzione della prima. Dal punto di vista biologico, la forma antropofila si differenzia per caratteri che si sono selezionati in seguito all’adattamento alla vita in ambienti chiusi, spesso ipogei: essa è infatti in grado di accoppiarsi in spazi ristretti (stenogamia), di compiere il primo ciclo di produzione di uova senza pasto di sangue (autogenia) e di non effettuare la diapausa invernale (omodinamia).

Blattella
germanica

E’ una piccola specie di scarafaggio della famiglia Blattellidae (blatte), dalla forma snella e allungata le cui dimensioni variano da 1,3 cm a 1,6 cm di lunghezza, di colore marrone chiaro in alcuni casi tendente al rosso. La testa dell’insetto è piccola rispetto al resto del corpo ed è caratterizzata da lunghe antenne; anche il torace è piccolo e sulla parte dorsale presenta due strisce nere che la rendono facilmente riconoscibile. È dotata di ventose che gli permettono di muoversi anche sui muri o sul soffitto. Come la maggioranza delle blatte, questa specie è lucifuga: non ama cioè l’esposizione alla luce, per cui svolge le sue attività preferibilmente di notte, o comunque in situazioni scarsamente illuminate. Hanno la necessità di rifugiarsi in fessure che permettano di sentire il contatto con la parte dorsale del corpo. Altra necessità è la presenza di cibo, di conseguenza è usuale trovarla in bar, ristoranti, magazzini di derrate, ma molto frequentemente anche nelle abitazioni, in punti umidi e caldi come ad esempio tinelli, spazi dietro e sotto frigoriferi o lavatrici, bagni.

Blatta orientalis o scarafaggio nero

Originaria della Russia ed è la più comune blatta che infesta le abitazioni e appartiene all’ordine dei “Blattodea” (blatteLa colorazione è bruna tendente al nero. Questa specie presenta un dimorfismo sessuale: mentre il maschio ha ali normali, la femmina ha ali anteriori molto brevi, ali posteriori atrofiche ed entrambe non sono in grado di volare. La lunghezza è compresa tra i 25 e i 33 mm. È caratterizzata dalla forma appiattita e da lunghe antenne filiformi. È diffusa in tutto il mondo, soprattutto nelle zone a clima temperato e nelle zone in condizioni di scarsa igiene. La sopravvivenza è legata alla presenza abbondante di acqua.

Si sviluppa nelle abitazioni riscaldate, dove vi è abbondanza di nascondigli e cibo, o in luoghi non esposti a grandi sbalzi di temperatura. Questa specie è relativamente letargica, predilige il movimento nelle ore notturne ed evita ambienti luminosi: la sua comparsa in orario diurno indica una grande infestazione. A causa della morfologia delle zampe non è in grado di arrampicarsi su pareti verticali e si muove strisciando. Rispetto alle altre specie è più lenta e meno prudente. È molto vorace, praticamente onnivora.

Vespe o “vespidae”

Le vespe appartengono alla famiglia dei Vespidae che comprende tutte le vespe sociali e molte altre specie. Le caratteristiche principali per identificare questa famiglia sono gli occhi, profondamente emarginati a forma di mezza luna, le ali, ripiegate a riposo in senso longitudinale e l’estensione del pronoto all’indietro fino a raggiungere le tegole. Tutte le vespe nutrono le larve con carne (larve di insetti ecc.) a differenza delle api che nutrono i loro piccoli con nettare e polline. Sebbene le vespe siano ghiotte di miele e sostanze zuccherine non hanno un apparato boccale atto a succhiare come le api, al contrario sono munite di mandibole robuste e lingua corta. Si differenziano dalle “cugine” api anche per essere meno pelose, il colore del loro copro è dato da placche e scleriti, non da peli. Le vespe sociali vivono in grandi colonie con una casta di operaie, individui maschi e regine femmine. Lunghe da 1 a 5 cm, le specie dei Vespidi hanno corpo bruno o nero a strisce gialle, di tinte diverse e vivaci.

Calabroni o “vespa cabro”

Il calabrone è la più grande delle vespe europee e nordamericane; insetto prevalentemente carnivoro, predatore di altri insetti, non disdegna però la polpa della frutta e i nettari zuccherini e ciò contribuisce a spiegare la sua diffusione in aree agricole.
I calabroni realizzano i loro nidi di carta utilizzando fibre vegetali impastate con saliva. L’adulto è glabro, di colore bruno rossiccio con macchie e strisce gialle, di estensione variabile a seconda della sottospecie. La regina raggiunge normalmente i 35 mm di lunghezza mentre i maschi e le operaie misurano da 20 a 25 mm. I calabroni vivono in nidi esternamente a forma di sfera, costruiti con legno impastato con la loro saliva. Le colonie sono costituite da circa 100-300 esemplari. Nei confronti dell’uomo di solito è tendenzialmente indifferente (a differenza della vespa comune, per esempio, che spinta da curiosità può avvicinarsi all’uomo) e cerca di sottrarsi con rapida fuga o nascondimento ai tentativi di abbattimento. Tuttavia, mentre si può sostare con relativa tranquillità vicino a un albero da frutta in presenza di calabroni e cogliere i frutti sui quali non si siano posati, questi insetti possono diventare molto aggressivi se messi alle strette o in vicinanza del nido. Le femmine sono dotate di pungiglione, le cui punture (conseguenti a una reazione difensiva dell’animale) possono essere molto dolorose per gli esseri umani.

Pappataci o “ papatasi Scopoli”

sono degli insetti molto diffusi nell’area mediterranea, appartengono all’ordine dei Ditteri della famiglia degli Psicodidi. Simili a una zanzara di piccole dimensioni, difficilmente supera i 2-3 millimetri di lunghezza, il pappatacio ha il corpo ricoperto di peli. Il volo di questo insetto consiste in brevi ‘salti’, con una portata complessivamente ridotta. Gli adulti della specie sono attivi nelle ore notturne. Le femmine sono sia glicifaghe sia ematofaghe; si nutrono infatti sia di liquidi vegetali zuccherini che di sangue di svariati ospiti, principalmente vertebrati terrestri come rettili, uccelli e mammiferi.
I periodici pasti di sangue compiuti dalle femmine sono essenziali per assimilare le sostanze proteiche che consentiranno la maturazione delle uova. I maschi, al contrario, si nutrono esclusivamente di liquidi zuccherini. Il ciclo di vita, da uovo ad ogni stadio larvale, fino a pupa e adulto, ha una durata di 3-4 settimane. La vita allo stadio adulto generalmente non supera le 4 settimane. Dopo essersi accoppiate e aver compiuto un pasto di sangue, le femmine depongono le uova, fino ad un centinaio, in posti caratterizzati da condizioni costanti e ottimali di temperatura e umidità.