Cimice dei letti o “Cimex lectularius”

Appartengono alla famiglia Cimicidae.  È un Emittero dalla probabile origine asiatica che purtroppo è ormai cosmopolita dei climi caldo-temperati. I tipi di cimici conosciute sono molte, ma la cimice dei letti è sicuramente la più conosciuta come parassita dell’uomo, il cui sangue costituisce il suo nutrimento principale. È un insetto di colore rosso ruggine tendente al marrone scuro che, se femmina (le femmine sono più grandi dei maschi) può misurare tra i 6 e gli 8 mm. in lunghezza.
Il corpo delle Cimici è fortemente appiattito. La sua testa è breve, dilatata trasversalmente, i suoi occhi sono piccoli ma assai sporgenti, con antenne di media lunghezza.

Pulce o
“siphonaptera”

Sono un ordine di insetti privi di ali. Le pulci sono parassiti esterni ematofagi: si nutrono del sangue di mammiferi e uccelli.Le pulci sono animali di piccole dimensioni, totalmente atteri (cioè privi di ali). L’esoscheletro è compatto e robusto; Il capo è compresso contro il torace, poco mobile, con antenne tri-articolate molto brevi e apparato boccale pungente-succhiatore; le zampe sono altrettanto robuste, e la coppia posteriore è particolarmente sviluppata e consente alla pulce salti di notevole altezza. Tale azione è data da particolari muscoli che prima flettono le zampe, poi un meccanismo di presa le mantiene flesse finché altri muscoli rilasciano la presa permettendo all’energia accumulata di estendere rapidamente le zampe consentendo il salto.Le invasioni di pulci si verificano soprattutto durante i mesi caldi e quindi prettamente nel periodo estivo. Quando si sospetta un’invasione di pulci è necessario agire il prima possibile poiché il ciclo biologico di questi parassiti è particolarmente rapido e le loro colonie crescono a dismisura in brevissimo tempo, con le condizioni adatte.

Zecca o
“lxodida”

Le zecche sono diffuse in tutto il mondo e se ne conoscono circa 900 specie. In Europa sono presenti la famiglia degli Ixodidi, o zecche dure per la presenza di uno scudo dorsale coriaceo e quella degli Argasidi o zecche molli, senza scudo. In Italia sono note 36 specie di zecche.

Si tratta di parassiti esterni, delle dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro secondo la specie e lo stadio di sviluppo e sono di colore scuro, tra il rosso e il marrone. Il corpo tondeggiante e il capo non distinguibile dal corpo, è munito di un apparato boccale (rostro) in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue degli ospiti. In generale la loro attività si concentra nei mesi caldi. Infatti, durante la stagione invernale tendono a proteggersi dal freddo rifugiandosi sotto le pietre o interrandosi in profondità. Le zecche molli possono svernare nelle fessure delle rocce o nelle crepe dei muri di pollai e ricoveri per animali. Con l’aumento delle temperature le zecche tornano ad essere attive e lo rimangono fino all’autunno successivo. L’habitat preferito delle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con preferenze ambientali che dipendono dalla specie. La zecca dei boschi prospera in presenza di clima fresco e umido mentre la zecca del cane frequenta maggiormente zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada. La presenza delle zecche dipende essenzialmente dalla presenza di ospiti da parassitare sul territorio. Per questo, luoghi come stalle, ricoveri di animali e pascoli sono tra i loro ambienti preferiti. Le zecche non saltano e non volano sugli ospiti sui quali si nutrono ma generalmente si portano sull’estremità delle piante erbacee o dei cespugli aspettando il passaggio di un animale al quale aggrapparsi (uomo incluso). La puntura è generalmente indolore perché le zecche inoculano nell’ospite una certa quantità di saliva che contiene principi anestetici. Generalmente le zecche rimangono attaccate all’ospite per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente.

Tarlo o
“Anobium punctatum”
È uno dei tarli più diffusi e dannosi, si nutre della polpa del legno e attacca sia mobili che travi. Ha un corpo cilindrico di colore bruno rossastro, ricoperto da una fitta peluria giallastra e la lunghezza varia tra i 3 e i 5 mm. La femmina depone le uova, che hanno dimensioni molto piccole, nel legno situato in ambienti domestici perché questo è di più facile digeribilità e lontano da condizioni atmosferiche sfavorevoli. Dopo 2 settimane le uova si schiudono e le larve si sviluppano scavando gallerie con sezione circolare.  
Acaro del tarlo o “Pyemotes ventricosus”
Il suo  ciclo vitale è intrinsecamente collegato a quello del tarlo del legno. Ad oggi la sua presenza è grandemente diffusa. Si nutre voracemente delle piccole larve del tarlo e si dimostra un pericolo per l’uomoLa presenza di tarli all’interno del legno fa sì che l’acaro penetri per svolgere la sua azione parassitaria sulle larve rimanendo così protetto da eventuali insetticidi sparsi nell’ambiente: questo fatto causa resistenza dell’insetto ai trattamenti e continue recidive dell’infestazione
Formica o
“Formicidae”

Formicidae è una vasta famiglia di insetti imenotteri, comunemente conosciuti con il nome generico di formiche. Le formiche mostrano la massima diversità nelle zone a clima tropicale, come l’America del Sud, l’Africa e l’Australia orientale ma hanno molte specie anche nelle regioni temperate del pianeta. Si ipotizza che le formiche siano apparse sulla terra tra 140 e 168 milioni di anni fa, contemporaneamente alle angiosperme, evolvendosi dalle vespe solitarie. le formiche hanno il corpo diviso in capo, torace e addome. Hanno sei zampe, apparato boccale masticatore con robuste mandibole e antenne genicolate. Tra il torace e l’addome le formiche hanno un restringimento derivato dalla modificazione strutturale dei primi due uriti del gastro, nodulare o squamiforme, che prendono il nome di peziolo e post-peziolo.
Il colore più tipico delle formiche è nero, ma ve ne sono molte che variano dal rosso all’arancione al giallo e al verde. Le antenne sono costituite da una parte basale, costituita dallo scapo e dal pedicello, e una flessibile, detta funicolo, costituita da una serie di segmenti il cui numero varia a seconda delle specie. Nelle loro società, che variano in dimensioni e in organizzazione a seconda delle specie, vi è una classe riproduttiva – costituita dalle regine (femmine fertili) e dai maschi – e una lavorativa, costituita da femmine attere e sterili, dette operaie. Le formiche arrivano a mezzo centimetro di grandezza.

Acari polvere o “Dermatophagoides pteronyssinus”

L’acaro della polvere domestica appartiene al genere Dermatophagoides, infesta le case di tutto il mondo. Si nutre di scaglie di pelle e di altri materiali organici, è un animaletto microscopico che si annida nella polvere di casa. Non si vede ad occhio nudo, ma è presente dappertutto. E vive particolarmente bene negli ambienti frequentati dall’uomo, come ad esempio la camera da letto: lì trova nutrimento (pelle e peli noi, o i nostri animali domestici, disperdiamo nell’ambiente), strutture porose dove annidarsi (come il materasso, il cuscino e le coperte), e condizioni ambientali ideali (ovvero una temperatura mite e un’umidità relativamente elevata).

Acaro
della
muffa

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Porcellino di terra o "Armadillidium vulgare"
Il suo  ciclo vitale è intrinsecamente collegato a quello del tarlo del legno. Ad oggi la sua presenza è grandemente diffusa. Si nutre voracemente delle piccole larve del tarlo e si dimostra un pericolo per l’uomoLa presenza di tarli all’interno del legno fa sì che l’acaro penetri per svolgere la sua azione parassitaria sulle larve rimanendo così protetto da eventuali insetticidi sparsi nell’ambiente: questo fatto causa resistenza dell’insetto ai trattamenti e continue recidive dell’infestazione